lunedì 14 ottobre 2013

Memory, Wedding Date and Dress Code (capitolo 11)


Accadde che il nonno vide mia nonna passeggiare per strada e decise di volerla conoscere, la prima volta che le scrisse era il 12 Gennaio 1948, iniziando la lettera con queste parole: “Prima un’occhiata alla firma!” (perché lei capisse chi le stava scrivendo facendo il primo passo) e a termine della lettera scrisse: “A lei adesso. Mi fermi o mi dia una mano per salire altri gradini…”. 
Questa lettera fu consegnata a mia nonna tramite un cugino del nonno e la risposta fu sicuramente positiva poiché in seguito ci fu uno scambio di messaggi e poi un incontro di brevissimi minuti grazie alla complicità di alcuni cugini. I miei nonni si sposarono il 30 Aprile del 1949.


La storia del matrimonio è altrettanto singolare; i miei nonni nacquero in un paesino della Calabria, Cirò Marina, al momento di convolare a nozze sorse un problema: mio nonno, socialista e anticlericale convinto, non avrebbe mai acconsentito ad un matrimonio nella chiesa del paese sotto gli occhi di tutti,  e d’altra parte la mia bisnonna, la mamma della mia nonna, non avrebbe mai accettato di dare la figlia in moglie a “quel negro” (consentitemi il termine, mio nonno era molto più scuro di carnagione a causa degli anni di prigionia in Africa durante la guerra) se non in chiesa. 

Fu così che si sposarono al santuario della madonna di Pompei, lontano da occhi indiscreti. Esiste sono una foto di quel matrimonio in cui oltre alla mia bisnonna erano presenti la mia prozia, sorella di mia nonna e il mio prozio Libero, fratellastro di mio nonno. Arrivati al santuario spiegarono la situazione al prete che fu così tollerante da sposarli comunque, probabilmente non gli fece fare neanche la comunione mentre è sicuro che mio nonno ottenne di non confessarsi, poiché proprio non avrebbe potuto sopportarlo.
Il viaggio di nozze lo fecero a Napoli e a Roma, un viaggio di nozze molto breve in realtà perché la mia nonna aveva un sacco di fisime, e non si sa quanti malanni si fece venire fino a che mio nonno non si convinse a tornare immediatamente a casa; a settembre la nonna rimase incinta di mio zio, ebbero in totale 7 figli, 2 maschi, 5 femmine e un sacco di nipoti!

Mia nonna non si sposò con l’abito bianco, non importava, per le mie zie e cugine fu lo stesso, le uniche due che scelsero l’abito avorio/bianco (mia zia Giovanna e mia cugina Caterina) indossavano lo specchio dei loro caratteri.

A luglio dell’anno prossimo si sposerà un’altra mia cugina, a questo proposito, curiosando online tra foto di diversi matrimoni ho scorso molte imprecisioni dovute alla mala informazione sul dress code riferito a questo particolare evento.

Se vogliamo partire dalle basi, mai e ripeto mai abito nero, soprattutto se la cerimonia è di mattina, e mai abito bianco per le signore, a meno che non sia richiesto, e nel caso abbiate premura di utilizzare accessori colorati.
Se si partecipa ad un matrimonio in cui la tradizione fa da padrone, optate per coordinare borsa e scarpe, in caso contrario potete spezzare anche osando con il colore.

Se la cerimonia è al mattino, evitate accessori sparkling e adottate toni pastello o tenui per l’abbigliamento, sono consigliate le medie lunghezze per gli abiti.


Nel caso in cui la cerimonia sia nel tardo pomeriggio e il ricevimento all’ora di cena si può osare con le lunghezze mentre i colori consigliati sono quelli del tramonto da far brillare con gli accessori, ricordando sempre di non oscurare la sposa.


Signori uomini, se indossate giacche a 3 bottoni tenetele slacciate, eviterete di sembrare dei funzionari delle pompe funebri, inoltre attenzione ai particolari dell’abito, senza dimenticare i calzini!