Accadde che il nonno vide mia nonna passeggiare per strada e
decise di volerla conoscere, la prima volta che le scrisse era il 12 Gennaio
1948, iniziando la lettera con queste parole: “Prima un’occhiata alla firma!”
(perché lei capisse chi le stava scrivendo facendo il primo passo) e a termine
della lettera scrisse: “A lei adesso. Mi fermi o mi dia una mano per salire
altri gradini…”.
Questa lettera fu consegnata a mia nonna tramite un cugino del
nonno e la risposta fu sicuramente positiva poiché in seguito ci fu uno scambio
di messaggi e poi un incontro di brevissimi minuti grazie alla complicità di
alcuni cugini. I miei nonni si sposarono il 30 Aprile del 1949.
La storia del matrimonio è altrettanto singolare; i miei
nonni nacquero in un paesino della Calabria, Cirò Marina, al momento di
convolare a nozze sorse un problema: mio nonno, socialista e anticlericale convinto,
non avrebbe mai acconsentito ad un matrimonio nella chiesa del paese sotto gli
occhi di tutti, e d’altra parte la
mia bisnonna, la mamma della mia nonna, non avrebbe mai accettato di dare la
figlia in moglie a “quel negro” (consentitemi il termine, mio nonno era molto
più scuro di carnagione a causa degli anni di prigionia in Africa durante la guerra) se non in
chiesa.
Fu così che si sposarono al santuario della madonna di Pompei, lontano
da occhi indiscreti. Esiste sono una foto di quel matrimonio in cui oltre alla
mia bisnonna erano presenti la mia prozia, sorella di mia nonna e il mio prozio
Libero, fratellastro di mio nonno. Arrivati al santuario spiegarono la situazione al prete che
fu così tollerante da sposarli comunque, probabilmente non gli fece fare
neanche la comunione mentre è sicuro che mio nonno ottenne di non confessarsi,
poiché proprio non avrebbe potuto sopportarlo.
Il viaggio di nozze lo fecero a Napoli e a Roma, un viaggio
di nozze molto breve in realtà perché la mia nonna aveva un sacco di fisime, e
non si sa quanti malanni si fece venire fino a che mio nonno non si convinse a
tornare immediatamente a casa; a settembre la nonna rimase incinta di mio zio,
ebbero in totale 7 figli, 2 maschi, 5 femmine e un sacco di nipoti!
Mia nonna non si sposò con l’abito bianco, non importava, per
le mie zie e cugine fu lo stesso, le uniche due che scelsero l’abito
avorio/bianco (mia zia Giovanna e mia cugina Caterina) indossavano lo specchio
dei loro caratteri.
A luglio dell’anno prossimo si sposerà un’altra mia cugina,
a questo proposito, curiosando online tra foto di diversi matrimoni ho scorso
molte imprecisioni dovute alla mala informazione sul dress code riferito a
questo particolare evento.
Se vogliamo partire dalle basi, mai e ripeto mai abito nero,
soprattutto se la cerimonia è di mattina, e mai abito bianco per le signore, a
meno che non sia richiesto, e nel caso abbiate premura di utilizzare accessori
colorati.
Se si partecipa ad un matrimonio in cui la tradizione fa da
padrone, optate per coordinare borsa e scarpe, in caso contrario potete
spezzare anche osando con il colore.
Se la cerimonia è al mattino, evitate accessori sparkling e adottate toni pastello o tenui per l’abbigliamento, sono consigliate le medie lunghezze per gli abiti.
Nel caso in cui la cerimonia sia nel tardo pomeriggio e il
ricevimento all’ora di cena si può osare con le lunghezze mentre i colori
consigliati sono quelli del tramonto da far brillare con gli accessori,
ricordando sempre di non oscurare la sposa.
Signori uomini, se indossate giacche a 3 bottoni tenetele
slacciate, eviterete di sembrare dei funzionari delle pompe funebri, inoltre
attenzione ai particolari dell’abito, senza dimenticare i calzini!