venerdì 23 agosto 2013

Le strisce del mare (capitolo 8)


breve excursus sul significato nascosto della moda rigata

La storia della rigatura marinara nasce dall'incontro tra il mondo della teleria nautica e la striatura dell'abbigliamento tipico dei marinai, ovvero la maglia rigata, indumento intimo che teneva caldo, il cui tessuto intrecciato appartiene appunto alla famiglia della maglieria.
Per comprendere appieno questa associazione, dovete considerare il fatto che la riga dei marinai ha attraversato secoli e oceani e così facendo, nell'immaginario collettivo, si è fatto largo lo stereotipo del marinaio vestito a righe.




Durante i secoli XIX e XX la rigatura nautica si trasforma progressivamente nella rigatura cosiddetta "da spiaggia" o da "tempo libero".

Il riscatto della stoffa del diavolo dai suoi infami significati, che analizzerò più avanti, si realizza grazie all’uso che ne farà la classe agiata recandosi al mare per respirare aria buona e fare attività fisica; le righe, nelle tonalità pastello spesso associate al bianco, colore della pulizia e dell'igiene, iniziano a disegnare così l’abbigliamento da spiaggia che nel corso degli anni pervaderà i costumi da bagno, i tessuti delle sdraio e l'abbigliamento estivo infantile, fino a divenire il simbolo delle vacanza e dell'estate.

L'utilizzo frenetico della fantasia del rigato ha cancellato via via dalla memoria il suo vero significato simbolico, cosa nasconde quindi questa usatissima fantasia, nelle pieghe del suo passato?
In epoche remote, chi indossava le righe erano gli esclusi:  ebrei, carcerati, prima ancora le prostitute e ancor prima i giullari di corte.
Nel medioevo infatti, i tessuti rigati assumono carattere dispregiativo, infamante fino ad essere considerati persino diabolici; verranno in seguito emanate vere e proprie leggi che determineranno quali categorie di esclusi dovessero indossare abiti rigati per non passare inosservati agli occhi degli onesti cittadini; molto forte è infatti il legame tra le righe orizzontali della divisa del detenuto e quelle verticali delle sbarre della prigione.




Determinanti nella simbologia della rigatura sono anche il colore e la dimensione: il colore tenue associato al bianco è infatti sinonimo di pulizia mentre la dimensione stretta e discreta del rigato assume valenza di rettitudine e moralità, al contrario di quella larga e vistosa, specifica segnaletica del malvivente.


Tra la riga e l'arte troviamo anche un richiamo a Van Gogh: se pensiamo allo stretto legame tra il buffone di corte e il folle, e ancora tra il folle e il forsennato, appare il "pazzo" Van Gogh che tra arte e follia dipingeva a pennellate, simili a piccole righe una affianco all'altra; righe pure, che non fermano lo sguardo, che illuminano e oscurano, turbano la mente, confondono i sensi. Troppe righe alla fine fanno impazzire!




Osez le chic des rayaures.
Osate lo chic delle righe.

Osare, sembra proprio il verbo adatto a questa fantasia: per vestirsi di righe bisogna superare pudori e tabù, sovvertire ogni codice sociale, ma per chi osa c'è l'accesso allo Chic!




 

martedì 13 agosto 2013

L'abbigliamento sportivo (capitolo 7)


Indian Head Fabrics, 1920

Alla fine dell’Ottocento, le donne portano ancora corsetto e gonna lunga anche quando praticano gli sport, si passerà poi ad un’ispirazione al guardaroba maschile come i completi sartoriali per il Golf,  fino a che la bicicletta non sdogana l’uso dei calzoni e dopo la seconda guerra mondiale diventano l’abbigliamento d’uso per equitazione e negli anni ’20 Burberry propone i calzoni da sci anche per le signore.


Dalla diffusione dell’abitudine di trascorrere le vacanze al mare, la moda fa riferimento esplicito al tema marinaro fondendosi con i passatempi estivi quali il tennis e il cricket, definendo lo stile rigato nei tradizionali colori bianco e blu.


L’abbigliamento sportivo diventa rapidamente d’uso comune, questa tendenza viene attribuita alla designer italiana Elsa Schiapparelli che a metà degli anni ’20 lavora a Parigi privilegiando i vestiti sportivi e i colori shock.


Gli anni '30 videro la nascita del vestito da uomo estivo, chiamato Palm Beach, in tessuto indiano di lino, cotone, shantung o altri tessuti leggeri; nel 1932 Katherine Hepburn durante il suo debutto cinematografico indossa i pantaloni, dando il via ad una vera e propria moda femminile.
                                          
                                                                       Musingwear  Foundettes Undergarments, 1939


Negli anni ’50 l’abbigliamento per il tempo libero diventa più aderente e leggero e nel 1956 l'apparizione di Brigitte Bardot nel film Piace a troppi rende famoso il Bikini.


Negli anni ’60 appaiono i primi capi semplici che lasciano libero il corpo.
Vengono introdotti nuovi materiali come il Jersey, il denim e la Lycra che consentono di realizzare capi comodi e pratici.
Celanese Nylon/Sea B, Inc. Swimwear,1967    -    Dune Deck Tackle/Actionwear Clothing, 1968


Negli anni ’70 Ralph Lauren lancia le camicie con il logo del giocatore di polo in 24 colori e verso la fine del decennio vieni introdotto il velcro; è proprio in questi anni che l’abbigliamento jogging diventa di moda, e la tuta ha un particolare momento di popolarità.
Oleg Cassini Tennis Club, 1974


Gli anni ’80 sono gli anni degli scaldamuscoli e di Flashdance, mentre gli anni ’90 vendono nascere il marchio Diesel.
L.A Gear Atletic Shoes,1988



Senza dimenticare lo stile e con un paio di cuffie rosa shocking, oggi è il secondo giorno che vado a correre al parco dietro casa mia e non ho potuto iniziare senza la musica che riesce ad aiutare veramente tanto; qui sotto riporto le canzoni che riescono ad aiutarmi in diversi momenti del percorso:

- DisturbedVoices – per dare potenza alla corsa
- Angra Carry on – per continuare a spingere e riuscire a finire il giro
- HalloweenFuture world – per non sentire la fatica
- Franz FerdinandDo you want to – passo veloce
- Guns’n RosesSweet child on mine – per un passo veloce, inframezzato da qualche ondeggiamento dove richiesto.
                                                               My Instagram #titta08